Per tutto il tempo in cui ho letto “Estensione del dominio della lotta” una domanda mi ha perseguitato fino allo sfinimento: quale messaggio vuoi comunicarmi? Questo interrogativo mi ha provocato un tale senso di irritazione da essere stato più volte sul punto di scaraventare il libro per aria. Per fortuna rinsavivo sempre un attimo prima del gesto fatale dato che l’ho letto in formato digitale, il che avrebbe significato sbattere contro il muro il mio iPad, con conseguente danno economico aggiunto alla beffa dell’attesa del senso dell’opera. Andando al sodo, non succede praticamente nulla, apparentemente….
La narrazione procede descrivendo la piatta e sterile vita di un impiegato informatico come ve ne sono milioni nel mondo. Alzarsi con fatica, trascinarsi in un ufficio simile ad un patibolo, imbastire finte relazioni sociali e professionali, tornare a casa più insoddisfatti di prima, ecc ecc… Praticamente la vita moderna media messa iscritto.
Pagina dopo pagina ho atteso la svolta, la scena madre che innesca il cambiamento esistenziale, quel sussulto letterario in grado di smuoverti dentro. Tuttavia, man mano che si procede, nella mente si insinua il pensiero che, in realtà, l’autore stia parlando di te, di me, di noi, anche se non siamo tecnici informatici. Noi che abbiamo bisogno di comprendere perché viviamo quello che viviamo, di capire perché il calore delle nostre vite non riesce a scaldarle abbastanza.
Allora l’irritazione iniziale si trasforma in ricerca, evolve nella curiosità di seguire il percorso di analisi e riflessione del protagonista che, alla stregua di un guerriero dell’epica classica, si reca presso un oracolo moderno al quale rivolge LA domanda sul senso della vita, confidando di ricevere la risposta rivelatrice. Io non ve la svelerò qui, perché mi piacerebbe che anche voi affrontaste la “lotta” della vita, che vi estendeste nel “dominio” di voi stessi, dopodiché questo libro diventerà una pietra miliare. Forse è davvero necessario, a volte, mettere alla prova la pazienza del sistema nervoso, irritarlo per farne scaturire una presa di coscienza già insita in noi. Gli oracoli confidano responsi quasi indecifrabili, quasi…
Angelo Urbano